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Tutte le lenti a contatto sono potenziali sorgenti di infezioni. Il batterio patogeno più comune è lo Pseudomonas, ma anche lo Staffilococcus aureus, lo Streptococco ed il Serratia marcescens, sono stati spesso trovati sulla superficie delle lenti, nei contenitori portalenti e nelle soluzioni di manutenzione. Lo Pseudomonas attacca maggiormente le lenti morbide. Queste, infatti, forniscono loro un habitat ideale, poiché sono ricoperte con un biofilm di polisaccaride, che interagisce con i batteri che aderiscono alla superficie e che vengono così a diretto contatto con la cornea. La presenza di Acanthamoeba keratitis è stata riscontrata in situazioni in cui le soluzioni usate non erano sterili. La fonte principale delle infezioni è il portalenti. Analizzando le lenti conservate nel loro contenitore è possibile riscontrare un’elevata incidenza di contaminazione batterica, molto probabilmente dovuta ad una insufficiente pulizia delle stesse. Non è da sottovalutare, inoltre, il fatto che il film lacrimale, evaporando, provoca sulla superficie della lente la formazione di residui proteici, che rappresentano un ottimo terreno di coltura batterica. Ecco perchè è necessaria un'attenta manutenzione delle Lenti a contatto.

   


C’è un gran numero di composti che possono essere letali per i microrganismi se adoperati in concentrazioni più o meno alte. I principali meccanismi con cui questi composti agiscono sono due: la dispersione dei lipidi dalle membrane cellulari e la modificazione per denaturazione delle proteine essenziali alla vita della cellula Nel corso degli anni si sono via via alternati diversi sistemi di disinfezione, ma solo nell’ultimo quindicennio si è giunti a formulazioni quasi per nulla tossiche e molto pratiche e versatili. Gli antibatterici al mercurio (Thimerosal, fenilmercurio nitrato) erano, in passato molto comuni, nelle soluzioni per la disinfezione delle lenti a contatto. Questi composti devono la propria attività alla capacità degli ioni di mercurio di legarsi ai gruppi sulfidrilici di enzimi ed altre proteine.In passato era stato più volte manifestato timore circa l’assorbimento di mercurio da parte dell’occhio, ma solo nel 1980 è stata dimostrata la fondatezza di questo timore ed anche che il thimerosal, così come altri composti del mercurio, era la causa di alcune allergie alle soluzioni per lenti a contatto. Molto spesso, in combinazione con il thimerosal, veniva usata la Chlorexidina, che rispetto a quest’ultimo ha un maggiore potere antibatterico, pur procurando minori effetti allergici. Tuttavia è risultata tossica per l’endotelio già a basse concentrazioni.



Caratteristiche Fondamentali delle Soluzioni per Lenti a Contatto
Sebbene le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto ed i colliri siano entrambi preparazioni di tipo farmaceutico, il modo in cui sono usate richiede differenti requisiti alle loro formulazioni e al modo di confezionamento. Ciononostante essi presentano alcuni requisiti generali in comune:

- la sterilità,
- la sicurezza
- l’efficacia.



LA STERILITA'
La sterilità non è importante solo al momento della produzione del prodotto, ma, anzi, dovrebbe persistere per tutta la durata della sua prevista vita utile.



LA SICUREZZA
Il requisito della sicurezza viene garantito, oggi più che mai, dalla Direttiva 93/42/CE. Le procedure cui deve attenersi il produttore per conseguire la marcatura CE, necessaria per poter commercializzare questi dispositivi medici nella Comunità, prevedono, tra le altre cose, anche un adeguato sistema di qualità ed un’analisi del rischio dei prodotti finiti.



L'EFFICACIA
Naturalmente presupposto per la apposizione della marcatura CE è la verifica dell’efficacia effettiva del dispositivo medico da parte dell’ente certificante.



La Disinfezione delle Lenti a Contatto.
C'è un gran numero di composti che possono essere letali per i microrganismi se adoperati in concentrazioni più o meno alte. I principali meccanismi con cui questi composti agiscono sono due: la dispersione dei lipidi dalle membrane cellulari e la modificazione per denaturazione delle proteine essenziali alla vita della cellula. Nel corso degli anni si sono via via alternati diversi sistemi di disinfezione, ma solo nell'ultimo quindicennio si è giunti a formulazioni per nulla tossiche e molto pratiche e versatili. Il sodio edetato (o EDTA) è un agente chelante, produce i suoi effetti rimuovendo gli ioni di calcio dalle soluzioni e frantumando le pareti cellulari. Viene usato come preservante in quasi tutte le soluzioni.



La Soluzione al PEROSSIDO di IDROGENO
Storicamente il primo metodo di disinfezione chimica è stato il perossido d'idrogeno al 3%. La necessità di un'alternativa alla disinfezione termica si sentiva soprattutto a causa dello stress a cui erano sottoposti i polimeri che formano le lenti. La capacità antimicrobica del perossido è nota da oltre un secolo. La soluzione al 3% è, probabilmente, il disinfettante per lenti a contatto più efficace. Essa ha un ampio spettro antibatterico ed uccide un gran numero di microrganismi in breve tempo, anche se solo dopo quattro ore si ha la certezza della sua funzione contro funghi e protozoi.
Successivamente occorre neutralizzare il perossido per rendere indossabili le lenti. Il grave rischio per l'utente è rappresentato da una non perfetta neutralizzazione, che puo' essere causata o da un malfunzionamento del sistema o dal mancato rispetto dei tempi di attesa prescritti dal produttore.
E' quindi da preferire l'utilizzo di altri sistemi di disinfezione chimica, cioè prodotti più moderni, come le cosìddette Soluzioni Uniche.



Le Soluzioni Disinfettanti e Conservanti.
In seguito ai problemi associati all'uso delle soluzioni conservanti a base di chlorexidine e thimerosal, sono stati sviluppati metodi disinfettanti alternativi, che potessero offrire una notevole capacità fungicida ed antibatterica, una minima intolleranza oculare ed una minima interazione con i materiali di cui sono costituite le lenti a contatto. Il disinfettante più diffuso presente nella maggiorparte delle soluzioni di questa tipologia è la polyesamethilenbiguanidina






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in collaborazione con: Omisan farmaceutici Divisione Contattologica

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